Attacchi di panico e sport: esprimere le emozioni anche negative è fondamentale per superare questi disturbi.
“A parte i guai fisici, gli atleti non sfuggono agli attacchi di panico, all’ansia e alla depressione”, sottolinea la dottoressa Maria Chiara Crippa, psicologa, specializzata in Psicologia dello sport.
Allenamenti da incastrare tra vita lavorativa e famigliare, gare in cui dimostrare quanto vali (a se stessi, agli sponsor e al popolo dei social), infortuni dietro l’angolo: insomma, la vita dell’atleta non è proprio tutta salute.
Attacchi di panico, ansia e depressione ci sorprendono
“Attacchi di panico, ansia, depressione arrivano quando meno te lo aspetti. E in un attimo ti ritrovi a scappare dalla linea di partenza, confuso e incapace di esprimere un solo pensiero in una specie di realtà alterata. Oppure, al contrario, a reagire con scatti di ira o a gestire sintomi come tachicardia, vista annebbiata e mani sudate. O ancora, insonnia e disturbi alimentari”, spiega la psicologa.
Farsi aiutare è il consiglio più importante
“Il consiglio più importante è quello di farsi aiutare. E in questo, non c’è nulla di male o di vergognoso. Poi consiglio di iniziare a scrivere un diario. Chiamiamolo diario delle emozioni”.
Un diario delle emozioni aiuta essere consapevoli del disturbo
“Cosa scrivere sul diario delle emozioni? Tutto ciò che vi succede, cercando di andare alla radice del problema”. Tre i punti sui quali lavorare:
- Situazione, cioè dove e quando ci è capitato di sentirci ‘strani’: prima/dopo una gara, mentre camminiamo, quando siamo in macchina.
- Emozioni, cosa abbiamo provato: angoscia, rabbia, paura, solitudine, ecc.
- Comportamento, ovvero come abbiamo reagito.
Per superare stati d’ansia e paure, le emozioni devono uscire
“Scrivere un diario ci dà consapevolezza, permette di esprimere emozioni soffocate, di mettere in relazione il pensiero che ha provocato l’ansia e l’azione successiva. Inoltre – ha concluso la psicologa – la rilettura del diario ci aiuta guardare la situazione con più distacco e a interpretarla con più chiarezza”.
Il training respiratorio con biofeedback supporta il lavoro dello psicologo
“Ottimi risultati li ottengo lavorando sulla respirazione con il training di biofeedback. Questo permette il paziente a controllare alcune risposte fisiologiche che in uno situazione di stato d’ansia possono essere amplificate. Ad esempio, il battito cardiaco e la sudorazione. Inoltre, favorisce il rilassamento e può risolvere problemi di insonnia. E poi insisto sulle emozioni, raccontate o scritte. L’importante però è farle uscire allo scoperto”.
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