“Con il tempo imparai che il vero scopo di una gara non è vincere, ma sfidare i limiti del cuore umano”.

Bill Bowerman aveva una ossessione per le scarpe da running.  Per ventiquattro  anni fu il più forte e carismatico allenatore di atletica dell’Università dell’Oregon. Con il suo team vinse quattro titoli nazionali e i suoi atleti seppero regalargli 13 titoli mondiali e 22 titoli americani. Allenò la squadra a stelle e strisce che nel 1972 partecipò alle Olimpiadi di Monaco e fu l’uomo che “importò” il jogging dall’Australia agli  Stati Uniti, facendolo diventare uno sport di massa.

L’ossessione di Bowerman erano però le scarpe da running. Negli anni ’50 gli atleti correvano sulle piste con pesanti calzature di pelle e chiodi metallici, mentre lui era convinto che per migliorare il gesto atletico erano necessarie scarpe più performanti.

Dopo aver contattato, senza successo, diverse aziende proponendo le sue  idee, il coach imparò l’arte del calzolaio e con l’aiuto di artigiani del settore costruì dei prototipi.  Queste avevano caratteristiche innovative: leggerezza, ammortizzazione, comodità e resistenza su distanze oltre il mezzofondo.

La svolta arrivò quando incontrò  Phil Knight, il primo studente-atleta che testò i prototipi di Bowerman. Insieme iniziarono a importare scarpe da running prodotte dall’azienda giapponese Onitsuka, con la quale l’allenatore cominciò una stretta collaborazione. Apportando modifiche alle calzature giapponesi, l’ostinato allenatore creò le  Tiger Cortez, che un catalogo del 1967 illustrava come la miglior scarpa al mondo per le lunghe distanze.

Ciò che successe poi è noto a tutti. Vendendo scarpe da running importate dal Giappone, girando per strade con la sua Plymouth Valiant, lo studente di economia Phil Knight guadagnò i suoi primi dollari.  Con questa, insieme al geniale Bill Bowerman fondò la Nike. Era il 30 maggio 1971 e da allora il celebre “swoosh” che richiama le ali della dea greca della vittoria fa ancora volare i più veloci runner del mondo.

 

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