Il biofeedback insegna a monitorare i parametri fisiologici e a gestire le emozioni. È una tecnica usata in psicologia che trova applicazione nello sport e nella vita di tutti i giorni.

Le emozioni si possono gestire con un respiro grazie al biofeedback. Si tratta di una metodologia utilizzata  in psicologia che permette di conoscere alcuni parametri fisiologici del nostro corpo e di gestirli attraverso tecniche specifiche.

Il battito cardiaco, la respirazione, la temperatura corporea, l’attività muscolare, la sudorazione della pelle sono tutte attività che non dipendono dalla nostra volontà. In certe situazioni di ansia o di stress, nei casi di insonnia o di dolore cronico, questi parametri cambiano spontaneamente.

Pensiamo all’attimo che precede un esame, una gara, un incontro di lavoro importante: il battito cardiaco accelera, aumenta la sudorazione, si azzera la salivazione. Tutti questi sintomi sono il risultato di una situazione stressante che non riusciamo a controllare. Quanti obiettivi sono saltati per colpa dell’ansia che ci ha fatto perdere il controllo delle nostre emozioni?

Esistono poi situazioni opposte, quando invece viene a mancare la motivazione che dovrebbe spingerci a realizzare un progetto di lavoro oppure a raggiungere un traguardo sportivo. In poche parole, quando siamo a corto di stimoli e non riusciamo a mobilitare le risorse energetiche necessarie per affrontare l’impegno.

Lo scopo del biofeedback è proprio quello di aumentare il controllo volontario sulle reazioni fisiche involontarie e di riportare in equilibrio le risposte alterate.

Con il training di biofeedback, il paziente impara a controllare le sue reazioni a stimoli esterni

Il biofeedback è formato da elettrodi che si applicano sulle dita della mano, da un software che elabora i segnali e da un monitor che visualizza i parametri fisiologici. Una volta applicati gli elettrodi, il paziente viene sottoposto ad una serie di stimoli le cui risposte, i feedback, sono rilevate dal software e visualizzate sotto forma di grafici.

Sulla base di questi feedback, il terapista proporrà quindi un allenamento chiamato training di biofeedback. Grazie a segnali acustici o visivi, il paziente innescherà un processo di autoregolazione per ridurre l’attivazione delle risposte (ad esempio nelle situazioni di ansia), oppure per  aumentarle se necessita di una risposta più reattiva agli stimoli.

Biofeedback: gestire le emozioni con un respiro
Il biofeedback è formata da elettrodi, da un software e da un monitor
Il training biofeedback permette di essere parte attiva della proprio guarigione

L’autoregolazione dei propri parametri psicofisici può essere allenata con tecniche diverse. Tra le utilizzate, la respirazione profonda è quella che più efficace. Possiamo quindi affermare che il biofeedback permette di gestire le emozioni con un respiro.

Biofeedback: gestire le emozioni con un respiro
La respirazione profonda è una delle tecniche di autoregolazione dei parametri fisiologici

 

Il training di biofeedback permette al paziente di essere parte attiva del proprio benessere. Insegna a utilizzare le risorse interne per raggiungere i propri obiettivi e per risolvere situazioni di malessere psicofisico.

Il biofeedback ha un’efficacia clinica significativa in diversi disturbi, dallo stress alla performance sportive.

L’efficacia del biofeedback è stata scientificamente provata in diverse situazioni:

  • gestione dello stress, dell’ansia e in tutti i sintomi associati a stati ansiosi;
  • cefalea miotensiva e nell’emicrania;
  • attacchi di panico;
  • disturbi del sonno;
  • dolore cronico;
  • miglioramento delle prestazioni atletiche
  • gestione dell’ansia pre-gara.

“La salute e le prestazioni sportive sono  associate a specifici stati fisiologici che  possono essere modificati sulla base di un feedback “, spiega la dottoressa Maria Chiara Crippa, psicologa sportiva. In pratica, il biofeedback restituisce un’informazione che rappresenta una specie di fotografia istantanea del nostro stato fisico e psichico.

Ogni volta che che un determinato parametro fisiologico raggiunge livelli di attività superiori alla soglia ottimale, il paziente riceve un segnale di feedback. In questo modo, adottando le strategie proposte dal terapista il paziente può riportare i livelli di attivazione fisiologica entro i valori normali.

“Oltre a ritrovare benessere – ha aggiunto la psicologa –  il training di biofeedback permette di aumentare la consapevolezza di poter controllare e gestire in modo autonomo le risposte fisiologiche a stimoli stressogeni o dolorifici.  Tutto ciò utilizzando le risorse interne e riducendo l’uso di farmaci”.

Training dopo training, il paziente impara a controllare in modo autonomo le risposte del suo corpo, riuscendo così  a prevenire e a gestire disturbi e malessere.

 

Roberta Orsenigo*

*Giornalista freelance

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