L’uomo è nato per correre. Ce lo hanno insegnato i nostri antenati, che per sopravvivere e procacciarsi il cibo hanno dovuto sviluppare questa capacità.
Correre per mangiare, per sfuggire ai predatori, per essere più forti e resistenti. Nell’era preistorica la corsa ha dato all’uomo una possibilità in più per sopravvivere in un ambiente ostile. Con il passare dei millenni e le numerose invenzioni l’uomo si è sempre più impigrito e da mezzo efficace per restare vivi la corsa si è trasformata in un’attività che, pur restando faticosa, permette di scatenare sensazioni piacevoli che ci ricompensano degli sforzi fatti.
Corriamo di più, ma siamo più lenti e vecchi.
La corsa è uno degli sport più praticati al mondo. Un report realizzato da RunRepeat.com e IAAF – International Association of Athletics Federations, “The state o running 2019” ha messo in evidenza dati interessanti analizzando 107,9 milioni di risultati di gara di ben 70.000 eventi dal 1986 al 2018. La ricerca è stata realizzata prendendo in considerazione solo i corridori amatoriali, escludendo quindi gli élite.
Tra i dati, i tre più curiosi sono: per la prima volta nella storia ci sono più runner donne che uomini e infatti il 50.24% degli iscritti a competizioni podistiche nel 2018 era donna; i runner, soprattutto gli uomini, sono diventati più lenti. Arrivare al traguardo di una maratona oggi richiede una media di 40 minuti e 14 secondi in più che nel 1986. Nel 1986 il tempo finale medio di gara era 3h52m35s mentre oggi è 4h32’49”; l’età media si è alzata, se nel 1986 i corridori avevano 35.2 anni, nel 2018 ne avevano 39.3 anni.
Infine, la partecipazione alle gare podistiche ha raggiunto il picco nel 2016 con un totale di 9,1 milioni di risultati, poi è scesa a 7,9 milioni nel 2018. Il numero di concorrenti è invece aumentato negli ultimi 10 anni, passando da 5 a 7,9 milioni di partecipanti.
La ricerca ha preso in considerazione anche i motivi per cui una persona comincia a correre e li ha suddivisi in 4 categorie:
- motivi psicologici: per migliorare l’autostima, per affrontare situazioni negative, dare un senso alla vita
- motivi sociali: riconoscimento e approvazione, entrare in una comunity
- motivi fisici: salute e perdita di peso
- motivi di successo: obiettivi personali e competitivi.
Oggi i motivi psicologici sembrano essere quelli più importanti per il corridore amatoriale: per i quali sembra valere di il viaggio che la meta.
Stefano Punzo