La diastasi addominale si può prevenire con la fisioterapia.
Con il termine diastasi si intende un’eccessiva separazione longitudinale che nel nostro caso interessa il muscolo retto dell’addome.
È frequente nelle donne nel periodo post parto, ma anche la popolazione maschile può soffrirne. Questo, ad esempio, in seguito a importanti aumenti di peso, invecchiamento o in tutte quelle situazioni in cui si ha un cedimento muscolo fasciale della parete addominale.
La gestazione è una della cause principali della diastasi addominale
Come già accennato, la diastasi addominale è frequente nelle donne dopo una gravidanza. Il motivo principale è lo stiramento del muscolo retto dell’addome da parte dall’utero in accrescimento per la presenza del feto. Non solo: durante la gestazione si ha uno squilibrio ormonale che favorisce l’assottigliamento dei tessuti connettivi, come quello che unisce le porzioni destra e sinistra del retto addominale. Diventando più lassa, questa striscia di tessuto si allarga separando ulteriormente le due sezioni del muscolo.
Durante la gravidanza, la diastasi addominale può essere considerata un fenomeno fisiologico, a patto che si risolva entro un anno dal parto.
La diastasi addominale è più frequente nelle gestazioni gemellari o quando il feto ha un peso elevato. In tutti gli altri casi si osserva in modo particolare nei soggetti anziani, obesi, negli sportivi che praticano attività fisica eccessiva o nelle persone che svolgono lavori pesanti.
Inoltre, in base alla dimensione, la diastasi addominale si classifica di grado:
- lieve , inferiore a 3 centimetri;
- moderato, tra i 3 e i 5 centimetri;
- severo, maggiore di 5 centimetri.
Gonfiore e dolore addominale i sintomi più frequenti
Dal punto di vista estetico, la diastasi causa gonfiore, una rientranza lungo la linea longitudinale dell’addome, perdita del punto vita. Un altro segnale tipico è una sorta di cresta, detta anche “pinna” che a diversi mesi dal parto si forma in corrispondenza della linea alba.
Quando la separazione del retto dell’addome è di grado severo, la diastasi può causare la protrusione dei visceri addominali con comparsa di ernie ombelicali o epigastriche e con conseguenze sistemiche gravi: dolore addominale e lombare, difficoltà digestive, incontinenza e ritenzione urinaria, prolasso di vescica, utero e retto, stipsi e incontinenza fecale, dolore pelvico cronico.
Fisioterapia o intervento chirurgico?
La fisioterapia è uno strumento di prevenzione importante della diastasi addominale. In studio se ne occupa la dott.ssa Marie-Charlotte Wanet, fisioterapista, specializzata nella riabilitazione pelvica con il metodo De Gasquet.
Le sedute fisioterapiche consistono prevalentemente in esercizi di rafforzamento dei muscoli del pavimento pelvico e dell’addome. A questo, si aggiunge un programma di rieducazione delle attività quotidiane e di lavoro posturale associati alla respirazione.
La fisioterapia può essere utile anche nel periodo del post parto o in tutti quei casi in cui si manifesta in grado lieve. In ogni caso, per diagnosticare la distasi addominali è necessaria una visita specialistica, preferibilmente accompagnata da un’ecografia della parete addominale.
Sarà quindi il medico a decidere il tipo di approccio, conservativo (fisioterapico) o chirurgico, con l’esecuzione di un intervento di addominoplastica, che consiste nel riavvicinamento dei muscoli retti dell’addome.
Nel nostro studio il dott. Matteo Marino medico chirurgo specializzato in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, responsabile dell’Unità di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva del Policlinico San Pietro (BG) è a disposizione per visite specialistiche e consulenze in merito alla diastasi addominale.
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