Il mercato delle scarpe da running offre modelli per ogni esigenza. Scegliere quello giusto può diventare un’impresa impossibile se non ci si affida agli esperti.
La scarpa da running perfetta non esiste, ma esistono esperti che sanno consigliare il modello più adatto per ogni tipo di piede. Cercare e trovare una scarpa che soddisfi le esigenze non è un compito sempre facile.
Che tu sia un runner professionista, amatoriale o un camminatore, devi sapere che la scarpa da running perfetta non esiste. Il fatto certo è che la scarpa giusta non solo permette di ottimizzare il gesto atletico, ma anche di proteggere da infortuni. Per chi ha le idee confuse o non ha ancora trovato il ‘suo’ modello, l’unica soluzione è quella di entrare in un negozio specializzato e di ascoltare i consigli di chi se ne intende davvero.
Non siamo andati al Ready to Run store dove Luigi Ferraris, titolare del negozio, ci ha spiegato il suo punto di vista in merito alla scelta delle scarpe. Luigi è anche dottore in Scienze motorie, allenatore, runner e punto di riferimento dello Studio Medico Fisioterapico Metodo Punzo per quanto riguarda il materiale tecnico di chi ha fatto della corsa il proprio sport.
Durante il percorso fisioterapico di un atleta, la scelta corretta della scarpa è fondamentale. Trattamenti mirati, fisioterapia, interventi sulla biomeccanica della corsa e le giuste calzature sono tutti aspetti decisivi per un recupero veloce.
Esiste la scarpa perfetta da running?
La scarpa da running perfetta non esiste, purtroppo. Di sicuro c’è un modello perfetto per ciascuno, perché la scelta deve considerare numerose variabili. In particolare: il peso del runner, le distanze percorse, la velocità, il tipo di appoggio, la tecnica di corsa, la morfologia del piede, la superficie su ci si allena.
Sulla base queste variabili, si selezionano circa una decina di modelli per arrivare a valutarne un paio e quindi a scegliere quello che più si avvicina alle esigenze del runner.
Runner, trailer e principiante: quali caratteristiche devono avere le scarpe per ciascuna tipologia di corridore?
Ogni tipologia di corridore chiede alla scarpa caratteristiche precise. Per il runner ‘stradista’, si valutano l’ammortizzamento, la reattività e l’adattabilità, cioè leggerezza per i runner veloci e la morbidezza per quelli più lenti. Per i trailer, ammortizzamento, stabilità (intesa come capacità di adattarsi alla morfologia del terreno) e grip. Per i principianti, ammortizzamento, stabilità, cioè la capacità della scarpa di dare equilibrio al piede, comodità. A ritmi molto lenti, il comfort ha infatti molta importanza.
Come si sceglie la giusta misura delle scarpe da corsa?
L’errore da non commettere è quello di acquistare la scarpa da running dello stesso numero di quelle da passeggio o utilizzate tutti i giorni. Nel 90% dei casi, infatti, il runner potrebbe ritrovarsi con qualche unghia nera già dopo la prima uscita lunga. Consiglio di acquistare la scarpa da corsa di un numero più grande, in modo da avere almeno 3-4 millimetri di spazio tra le dita e la punta della scarpa. Inoltre, l’impatto con il suolo, fa sì che la pressione del corpo gravi sul piede, che tende a gonfiarsi. Se la scarpa è troppo aderente, aumenta il rischio di strofinamenti e di traumi non solo alle unghie.
Quando si cambiano le scarpe da running?
Dipende dalla frequenza dell’utilizzo. L’usura della scarpa da corsa dipende da diversi fattori: il tipo di terreno, il peso del runner, la tecnica di corsa. In linea generale, chi le usa in maniera continuativa, le scarpe con massimo ammortizzamento possono essere performanti fino a 800 km.
Chi le usa saltuariamente deve invece valutare l’usura dei materiali. La scarpa mantiene le sue caratteristiche per circa due anni, dopodiché i materiali con cui sono realizzate perdono la loro efficienza.
Come scegliere la scarpa da running se si soffre ad esempio di tendiniti o di fascia plantare?
In questi casi occorre valutare attentamente i dettagli tecnici della scarpa. Ad esempio, per una tendinite achillea consiglio calzature con conchiglia morbida e drop alto, mentre in caso di fascite plantare scarpe anatomiche per alleviare il lavoro della fascia.
È sufficiente una scarpa protettiva per evitare infortuni?
La scarpa ha molta importanza nella prevenzione degli infortuni. Ma la scarpa migliore non potrà mai sostituire il piede, che per non subire traumi deve essere forte e avere una buona sensibilità propriocettiva. Quindi, oltre alla scarpa, consiglio sempre di inserire nella programmazione degli allenamenti esercizi propriocettivi, di mobilità, di potenziamento e di tecnica di corsa.
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