C’è chi l’isolamento lo ha cercato  per ritrovare se stesso, chi lo ha combattuto per ritornare a vivere e chi, invece, lo ha subito ma non si è mai arreso. Federico, Sabrina, Simone: tre atleti dello studio Metodo Punzo, tre storie in tre puntate che ci auguriamo possano arrivare dritte al cuore.

“Ogni anno cerco di alzare la difficoltà delle mie imprese. Pensando alle condizioni più estreme e mixando freddo, ghiaccio e magia, la scelta è caduta sul lago Bajkal”. Un luogo selvaggio, pieno di insidie e lontano dalla civiltà. “L’isolamento è una opportunità per stare con se stessi”, sottolinea Federico

Federico Barucco, 39 anni, argentino di Buenos Aires ma residente in Italia dal 2008, è IT Manager per Antares  Vision, azienda bresciana Travagliato leader mondiale nei sistemi di ispezione visiva.  

Lui, la passione per l’avventura ce l’ha nel sangue e dopo essere stato finisher  nell’edizione 2019 del Tor des Geants, Federico ha deciso di sfidare il grande freddo.  Con Graziana Pè, ultrarunner bresciana che sul Bajkal c’era già stata due anni fa, giorno dopo giorno ha costruito la sua nuova avventura sull’antico lago siberiano, il più profondo e misterioso bacino d’acqua dolce al mondo.

Il viaggio originale avrebbe dovuto condurli lungo i 600 chilometri del perimetro del lago, con partenza da Severo-Bajkal’skij rajon, insediamento siberiano situato nella punta più a nord del Bajkal. Dopo circa venti chilometri percorsi cercando di trascinare a fatica una pulka di 70 chili su un letto di neve alta e impraticabile, Federico e Graziana hanno deciso però di abbandonare l’idea originale e di trasferirsi sulla magica isola di Ol’chon punto di partenza del nuovo seppur dimezzato obiettivo. Soluzione difficile ma necessaria, del resto la Natura, si sa,  non scende mai a patti.

Partiti dunque l’8 marzo alle 8.30 da Ol’chon, i due avventurieri sono arrivati dopo 305 chilometri alle 17.30 di sabato 14 marzo a Kultuk, sfidando temperature fino a -28°C, venti rabbiosi fino a 100 km/h e gli scricchiolii non sempre rassicuranti dei  blocchi di ghiaccio in movimento sotto la superficie.

L'isolamento è una opportunità per stare con se stessi

“Sono partito per il Bajkal alla ricerca di qualcosa di diverso dalla prestazione sportiva. Cercavo momenti di difficoltà e momenti indimenticabili. Mi aspettavo sofferenza per capire se sarei stato capace di rialzarmi. Mi aspettavo un posto unico, fantastico e l’ho trovato. Avevo bisogno di stare con me stesso, di pensare al mio futuro ma soprattutto al mio presente”, racconta Federico.

Sveglia alle 5.30, colazione con tè preparato su un fornellino a benzina poi, ripiegata  la tenda nella pulka via per i 40 chilometri quotidiani, tra onde di ghiaccio e vento, ma sempre con gli occhi puntati su un orizzonte capace di regalare scenari fantastici.  Piccoli pasti consumati  senza fermarsi e al tramonto, dopo dodici ore di cammino, un’altra sosta per la notte. Piantare la tenda, accendere il fuoco per scaldare la cena e tenere lontani gli animali selvatici prima di riposare sul letto ghiacciato del Bajkal: poche ma essenziali azioni per sopravvivere in un luogo tanto bello quanto severo.

“Ho ancora negli occhi i tramonti dopo una giornata impegnativa – spiega Federico – Anche se stanco o affamato, vedere il sole perdersi dietro a un colle mi trasmetteva un gran senso di pace”. Nessun segno umano, solo la Natura, bella e selvaggia. L’isolamento permette di stare soli con se stessi e di conoscere aspetti nuovi del nostro carattere”.

L’unico contatto con il resto è avvenuto con messaggi su WhatsApp, dove tanti amici hanno scritto frasi di incoraggiamento e dove le amiche siberiane Nadia, Maria e Veronika scrivevano report quotidiani sull’avanzamento della traversata.

“Come nella spedizione, credo che la situazione che stiamo affrontando in questa pandemia ci dà la possibilità di passare del tempo con noi stessi e di riflettere. Ci ha obbligati a fermare  il treno della quotidianità per trovare tante risposte.  La casa è come una tenda in cui troviamo affetti e comodità, due elementi preziosi che mancano in una spedizione. L’isolamento è una opportunità per stare con se stessi” –  afferma con convinzione Federico.

“Una opportunità per pensare al nostro presente, imparare dal nostro passato e programmare il nostro futuro con calma, senza le pressioni di una quotidianità caotica”.

 

Roberta Orsenigo*

 

 

 

 

 

*Giornalista freelance

I contenuti presenti sul blog “Metodo Punzo” sono di proprietà di “Stefano Punzo.
È vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi modo o forma.
È vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.
Copyright © 2020 – 2030  “Metodo Punzo”. Tutti i diritti riservati.”