La sindrome da stress tibiale mediale, Shin Splints, è una patologia da sovraccarico tipica dei runner che corrono su strada.

L’incidenza aumenta nel periodo primaverile quando, con la bella stagione,  si tende a macinare più chilometri. Si tratta di un’infiammazione dei tendini, dei muscoli e del periostio tibiale (cioè dello strato più superficiale dell’osso) e causa dolore anche disabilitante.

Il gesto atletico ripetitivo tra le cause della sindrome da stress tibiale mediale

La Shin Splints si manifesta quando le strutture tendine, muscolari e l’osso vengono sollecitate e sovraccaricate in modo significativo. Tra le principali cause:

  • allenamenti non strutturati, che prevedono carichi eccessivi e poco recupero
  • scarpe inadeguate
  • squilibri biomeccanici
  • tecnica di corsa errata
  • debolezza dei muscoli dell’arto inferiore

In pratica, l’impatto continuo del piede sull’asfalto a lungo andare causa un’infiammazione dell’osso e delle strutture miotendinee. E siccome il runner ha la cattiva abitudine di perseverare con la corsa nonostante il dolore, il quadro clinico non potrà che peggiorare.

Il dolore è il sintomo più importante

Il sintomo principale della Shin Splints è il dolore, avvertito anche alla palpazione e localizzato sulla parte inferiore interna della gamba. Inizia come un disturbo avvertito durante la corsa, che con i giorni peggiora fino a diventare un dolore che persiste anche dopo l’allenamento.

Causa dello stato infiammatorio, nel punto dolente spesso si evidenzia gonfiore più o meno diffuso.

La visita fisioterapica e, succesivamente, quella ortopedica, permettono di diagnosticare questa patologia.

Il riposo è la cura principale

Come si cura il dolore tibiale?

  • Riposo. Lo stop dalla corsa è la prima regola per permettere alle strutture ossee e muscolotendinee di recuperare, periodo che può durare anche diverse settimane.
  • Ghiaccio. Nelle fasi acute, per ridurre dolore e gonfiore, è utile applicare 2-3 volte al giorno una borsa del ghiaccio sulla tibia.
  • Cross training. Sono concesse attività sportive a zero impatto, come il nuoto o il ciclismo.
  • Run Analysis. La valutazione della biomeccanica della corsa può evidenziare squilibri che causano un sovraccarico sulla gamba.
  • Scarpe. Può essere utile valutare un cambio di calzature.
  • Rinforzo muscolare. Esercizi mirati al rinforzo dei muscoli dell’arto inferiore e del core migliorano la stabilità, l’equilibrio e riducono il sovraccarico sulle strutture ossee e miotendinee.
Il ritorno alla corsa deve essere graduale.

L’errore che compie ogni runner è quello di ritornare ad allenarsi  appena il dolore regredisce. L’osso, così come i tendini e i muscoli, ha bisogno di tempo per disinfiammarsi. Il consiglio è quello di affidarsi, almeno per le prime quattro settimane, a un fisioterapista per programmare il rientro graduale alla corsa, magari alternando corsa/cammino.

Le microfratture sono in agguato

Il dolore alla tibia non va mai trascurato. La sollecitazione continua sul periostio a lungo andare provoca microtraumi ripetuti che a loro volta causano microfratture.

 

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