In questa gara contro la pandemia dobbiamo comportarci come gli atleti che, pur essendo vicini al traguardo, continuano a essere concentrati sul qui e ora, consapevoli che la gara finisce solo quando entrambi i piedi hanno oltrepassato la linea del traguardo.
Per sopravvivere alla quarantena bisogna fare un passo dopo l’altro. Giorno per giorno, insomma.
“Luce in fondo al tunnel”, “Fine della fase 1”, “Sensibile miglioramento” sono alcune delle frasi più ripetute da politici e mass media in questo periodo di quarantena da Covid-19. Nonostante deboli rassicurazioni, di certezze attualmente ce ne sono ancora poche e il “non sapere”, il “non poter controllare una situazione” ci fa sentire fragili e impotenti.
Per sopravvivere alla quarantena bisogna fare un passo dopo l’altro. Giorno per giorno, insomma.
Questa fase è paragonabile ai momenti finali di una gara, dove gli ultimi chilometri, gli ultimi minuti sono sempre i più difficili. Non lasciamoci quindi ingannare da queste frasi, che se da una parte ci fanno sentire meglio, dall’altro creano aspettative pericolose.
In questa gara contro la pandemia ci troviamo proprio in questa fase e pensare che siamo quasi alla fine può diventare un atteggiamento molto rischioso. Dobbiamo invece comportarci come quegli atleti che, pur essendo vicini al traguardo, continuano a essere concentrati sul qui e ora. Sono cioè consapevoli che la gara finisce solo quando entrambi i piedi hanno oltrepassatola linea del traguardo.
Quale può essere quindi il giusto approccio mentale per vivere questi giorni difficili con un po’ più di serenità? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Maria Chiara Crippa, psicologa specializzata in Psicologia dello sport e del benessere del team Metodo Punzo.
“Concentrarsi e soffermare i propri pensieri su tutto ciò che è incontrollabile e non direttamente dipendente da noi è un atteggiamento sbagliato, che porta solo ansia e timore. Pensare a quando potremo ritornare a fare ciò che ora non è permesso, a come potrà evolvere la pandemia, o al tempo che occorrerà prima di tornare alla normalità, sono tanti punti di domanda che per ora non prevedono risposte rassicuranti”.
Quale strategia possiamo quindi adottare?
“Innanzitutto dobbiamo orientare i pensieri verso ciò che dipende direttamente da noi, che possiamo controllare e fare. Questo atteggiamento ci permette di farci sentire agenti attivi nel qui e ora, di aumentare il senso di fiducia e di allenare la resilienza”, sottolinea Maria Chiara Crippa, che aggiunge una serie di utili consigli.
- Non combattete i pensieri negativi, ma accoglieteli e chiedetevi se in questo momento sono utili
- Fissate obiettivi a medio termine orientati a sfruttare al meglio questo momento. Nuovi passioni da esplorare? Amici che non si sentono da tempo da contattare? Nuovi progetti da costruire?
- Definite una routine giornaliera, alternando momenti di lavoro a svaghi come, per esempio, l’attività fisica in casa.
- Mantenetevi attivi in casa: quando parlate al telefono, restate in piedi, se avete la possibilità di sfruttare lo smart working ogni 30 minuti alzatevi e sgranchitevi le gambe, sfruttate la possibilità del fitness line, preparatevi una merenda, riprendete un libro che vi era piaciuto, sistemate le foto.
- Se non riuscite a gestire ansie e preoccupazioni non abbiate vergogna a contattare uno specialista, a volte bastano poche ma giuste parole per sentirsi meglio.
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